Ma sarà vero che i vini naturali sono più sani?
I vini naturali sono più sani? Nella produzione – dalla coltivazione delle viti, fino alla fermentazione – sono banditi additivi chimici e manipolazioni artificiali. Ma che cosa comporta questo per la nostra salute?
Cosa sono i vini naturalI?
Con l’espressione “vino naturale” (o “vino autentico”) si indica un risultato privo di interventi artificiali e di sostanze chimiche sulle viti e durante il processo di vinificazione.
Inoltre, è vietato l’utilizzo di sostanze come pesticidi, concimi, ormoni e lieviti trattati con prodotti chimici.
Al momento non esiste ancora una vera legislazione in materia. Sotto la definizione di “vino naturale” c’è di tutto e di più. In generale, però, le caratteristiche di un vino naturale sono più o meno chiare:
- Nente concimi minerali o chimici di sintesi
- Niente diserbanti
- Niente antiparassitari sistemici (quelli vietati anche nelle agricolture biologiche)
- Divieto di insetticidi chimici
- Divieto di OGM
Ci sono poi anche dei puristi che arrivano a vietare la vendemmia meccanica, perché la vendemmia manuale consente di selezionare solo le uve al punto giusto di maturazione. Inoltre, raccogliere l’uva a mano aiuta a preservare l’integrità degli acini.
In generale, i vini naturali sono quindi vini il cui processo di produzione è sottoposto a regole molto più stringenti rispetto a quelle dei vini normali, e anche dei vini biologici. Allora – i vini naturali sono più sani?
Nei vini naturali c’è meno chimica “aggiunta”
Una grande battaglia tra vini “normali”, “biologici” e “naturali” si combatte sul fronte dell’anidride solforosa.
Questo gas è impiegato per diversi motivi: è antiossidante, nel senso che migliora la conservabilità del vino (che antrimenti andrebbe a male). Inoltre, accentua e migliora il sapore e l’odore del vino.
Ci sono però degli effetti negativi possibili: un eccesso di anidride solforosa può portare all’irritazione della mucosa gastrica e al mal di testa.
Nei vini normali, la quantità di anidride solforosa che può essere presente è:
- 150 mg/l nei vini rossi;
- 200 mg/l nei vini bianchi o rosati.
Nei vini bio, il limite è invece:
- 100mg/l per i vini rossi
- 150mg/l per i vini bianchi e rosati
Nei vini naturali, arriviamo invece a:
- 30 mg/l per i vini rossi e rosati
- 50 mg/l per i vini bianchi
Ma i pesticidi fanno davvero così male?
Il NY Times ha recentemente dedicato un articolo ai vini naturali, citando le parole di Anita Oberholster, “esperta di vini” presso la University of California di Davis. Secondo la ricercatrice “qualsiasi vino venduto negli Stati Uniti può contenere solo quantità infinitesimali di pesticidi residui, in quantità […] che sarebbe impossibile da individuare senza strumenti molto avanzati.
Il giornale evidenzia però il fatto che l’esposizione “cumulata” anche a piccolissime quantità di pesticidi nel corso degli anni potrebbe far male.
Dobbiamo ricordare la battaglia scientifica di Shanna H. Swan, una delle principali ricercatrici mondiali sugli effetti dell’ambiente sulla riproduzione. Secondo Swan, il declino mondiale nella fertilità maschile sarebbe dovuto in ampia misura all’impiego di pesticidi chimici.
Le ricerche di Swan sono dibattute: nel 2021 uno studio congiunto di ricercatori di Harvard e MIT ha messo in dubbio le sue conclusioni. Una delle ricerche fondative sul “declino mondiale nella fertilità” è proprio a firma di Swan insieme ad altri ricercatori. Il nuovo studio del 2021 ha posto dei dubbi seri sulla fondatezza degli assunti di Swan.
In particolare, il calo nel conteggio degli spermatozoi sarebbe dovuto al miglioramento nelle tecniche di analisi, e non a un problema “biologico” (un risultato già evidenziato da una ricerca del 2013).
In assenza di risultati più conclusivi, è pertanto opportuno mantenere un atteggiamento laico: i pesticidi non sono necessariamente “veleno”, ma forse le quantità cumulate nel corso degli anni possono far male. Certamente, però, la quantità microscopica di pesticidi nel vino – insieme alla quantità necessariamente ridotta che ne dovremmo bere – non è la fine del mondo.
Gli hangover dei vini naturali sono meno severi?
La teoria è che i vini naturali sarebbero più sani dato che contengono meno alcool e meno solfiti. O almeno, questo è quello che si racconta.
Premessa: i solfiti sono dei “conservanti” che aiutano a stabilizzare il vino (che, come sappiamo, nasce da un processo chimico). In questo senso, i solfiti sono diversi dall’anidride solforosa, anche se svolgono funzioni simili.
I punti sono due:
- Non è necessariamente vero che i vini naturali contengono meno alcool. Per verificare questo, basta fare un giro in una vineria. Inoltre, anche se contenesse meno alcool, si potrebbe tendere a bere di più… fino a essere “sazi” di alcool. Per questo, non è detto che i vini naturali provochino sbronze meno disastrose.
- Non è detto che i solfiti contenuti nel vino “normale” facciano così male. La quantità “legale” di solfiti nei vini normali (e anche in quelli bio) è comunque sotto la soglia di tolleranza per quasi tutta la popolazione. Esiste però una parte (minima: tipo il 3%) della popolazione che è intollerante ai solfiti – e questi certamente dovrebbero evitare il vino.
Il punto è che i solfiti sono contenuti in una certa misura anche nei vini naturali, poiché si sviluppano con la fermentazione! Per cui… forse è meglio evitare i vini alcoolici del tutto, per cui per evitare di stare male dopo una bevuta possiamo solo concentrarci sui vini… analcolici.
Ma che vantaggi ha un vino naturale?
Come abbiamo visto, non è necessariamente vero che i vini naturali siano più “sani” rispetto a un vino normale.
La scelta dipende pertanto dal gusto personale: quella dei vini naturali è una cultura, con paradigmi e preferenze del tutto diverse rispetto a quelle dei vini tradizionali.
Inoltre, c’è la questione dell’impatto ambientale: la rinuncia ai pesticidi chimici, alla raccolta meccanizzata e agli additivi chimici comporta certamente un miglior bilancio ecologico nella produzione del vino.
Forse, allora, i vini naturali sono più sani. Ma la ricerca non è conclusiva, per cui – a parte le motivazioni ecologiche – vale solo una regola: bevetelo, non bevetene troppo, e bevetelo se vi piace!
Ci raccomandiamo, ancora una volta, di consultare il vostro medico prima di iniziare una dieta o l’uso di una crema o di un integratore. Il vostro corpo è unico ed è diverso da quello di qualsiasi altra persona sulla terra. Rispettate quest’ unicità e fatevi consigliare da un professionista che fa questo di mestiere.