Perché s’invecchia?

Se c’è una cosa sulla quale il mondo animale non sembra essere per nulla d’accordo è la durata della vita delle diverse specie. Ci sono alcuni insetti, gli effemerotteri, che vivono solo poche ore; alcune idre e anemoni sembrano non morire mai; la vongola artica arriva a superare i 500 anni; e se qualcuno dovresse nutrire forme di complesso in merito alla propria prestanza sessuale, può consolarsi pensando allo Squalo della Groenlandia, che raggiunge la maturità sessuale a 150 anni e vive tranquillamente quattro secoli.

Questo significa, peraltro, che attualmente ci sono in circolazioni Squali della Groenlandia nati ai tempi della Guerra dei Trent’Anni o della Caduta della Dinastia Ming in Cina; e che quando è scoppiata la Rivoluzione Francese erano praticamente degli adolescenti – ma questa è un’altra storia o, per meglio dire, un altra specie.

“lo squalo della groenlandia raggiunge la maturità sessuale a 150 anni e vive oltre quattro secoli”

Ma quale che sia la durata dell’esistenza, rimane da chiederci: in base a quale processo biologico gli esseri viventi invecchiano?

Il consenso nel mondo scientifico è che l’invecchiamento sia causato da un’inseme di cause quali danni al materiale genetico, alle cellule e ai tessuti – danni che si accumulano con gli anni e che non possono essere riparati dal corpo.

In particolare, sono state definite nove caratteristiche dell’invecchiamento, che possono essere ordinate così:


Danni genetici

Nel suo interno, ogni singola cellula contiene tutte le istruzioni per le funzioni che essa deve svolgere. Tutto è conservato nel DNA, costituito da circa tre miliardi di nucleotidi, cioè i “mattoncini” che costituiscono il DNA e che, tutti insieme, costituiscono il genoma di ogni essere umano.

Si tratta di un apparato estremamente complesso e sensibile, costantemente sotto attacco da agenti esterni come i raggi UV o l’inquinamento dell’aria; inoltre, altre forme di danneggiamento possono provenire da fattori interni al funzionamento del corpo. Sembrerà assurdo, ma ogni giorno una cellula può essere danneggiata anche un milione di volte – ma essa è anche in grado di ripararsi da sola.

Per questo, uno stile di vita sano (il solito: niente fumo, poco alcol, mangiare bene, muoversi) riduce la quantità di danni che apportiamo continuamente alle cellule. D’altra parte, però, il sistema di riparazione non è naturalmente “perfetto” e per questo, col passare degli anni, non si riesce a riparare tutto, fino a che non si creano danni ai genomi – e le cellule prendono a funzionare meno bene rispetto a prima. Per questo, gradualmente, s’invecchia.

Accorciamento dei telomeri

Possiamo pensare ai telomeri come alle “centrali energetiche” delle cellule. Con il passare del tempo, questi telomeri si “accorciano”, tanto che la misurazione della loro lunghezza viene impiegata per determinare l’età biologica degli esseri viventi.

A ogni divisione cellulare, i telomeri si “accorciano”, fino a che non sono così corti che la cellula smette di essere attiva, fino a facilitare anche l’insorgere di malattie.

Esiste un’enzima, la telomerasi, che è in grado di fermare questo processo, e perfino d’invertirlo. Si potrebbe pensare a questo punto che basterebbe aumentare la telomerasi nelle cellule per vivere in eterno, ma il problema è che un’eccesso di telomerasi sembra essere associato al rischio di cancro.

Perdita della proteostasi

Abbiamo visto come il DNA contiene le “informazioni” sulle funzioni che la cellula deve svolgere, ma poi non è il DNA che svolge queste funzioni. Queste sono portate avanti da proteine ed enzimi, e la loro produzione influenza tutte le reazioni chimiche e i processi all’interno del nostro corpo.

Col passare del tempo, queste proteine vengono depositate e attivate in maniera non ottimale, fino a non funzionare più correttamente (possono perfino diventare tossiche per le cellule). Alcune malattie terribili come l’Alzheimer dipendono proprio dal deterioramento di questo aspetto.

 

Irregolarità della sensibilità nutrizionale

Quando le cellule sono esposte a un’eccesso di nutrienti (a causa dell’obesità o di malattie come il diabete), si desensibilizzano i loro “percettori” che riconoscono i nutrienti stessi. Al contrario, se l’apporto calorico viene ridotto, questi percettori si attivano o riattivano.

Lo stesso fenomeno di desinsibilizzazione avviene con l’invecchiamento: le cellule non riescono più a regolarsi adeguatamente in base ai nutrenti che vengono loro apportati, e tutti i processi di crescita cellulare, produzione di energia e altri ancora prendono a funzionare in maniera meno precisa.

Alla base di questa tesi ci sarebbe anche l’idea che il “digiuno intermittente” potrebbe portare benefici in termini di rallentamento dell’invecchiamento, anche se la comunità scientifica non è d’accordo su questo tema.

Disfunzione mitocondriale

La produzione dell’energia necessaria per il funzionamento delle cellule avviene nei mitocondri, che vengono attivati dall’ossigeno che respiriamo. Questo processo può però provocare la produzione di radicali liberi, i cosiddetti “Reactive Oxygen Species” o “ROS”, in grado di danneggiare praticamente tutti i componenti delle cellule.

Non è però automatico pensare che la riduzione dei ROS porti al ringiovanimento cellulare: in alcuni casi, la loro presenza non solo non ha effetti sulla salute, ma può anche essere benefica.

Invecchiamento cellulare

Le cellule prosperano e si dividono per tutta la vita, ma quando non sono più in grado di operare la divisione, entrano in uno stato chiamato “senescenza”. Si tratta di un processo fisiologico normale, che gioca un ruolo chiave nello sviluppo, nella prevenzione del cancro e nei processi di cicatrizzazione e rimarginazione delle ferite.

L’accumulo di cellule senescenti in eccesso è però la causa dell’invecchiamento degli organi e dei tessuti, che non riescono più a svolgere la propria funzione in maniera ottimale.


Questi sono i processi biologici che determinano l’invecchiamento. Rimane aperta una domanda: perché gli organismi sono “programmati” per invecchiare? Secondo una parte della scienza, l’invecchiamento sarebbe un prodotto dell’evoluzione: “gli organismi assegnano risorse alla riproduzione, piuttosto che al mantenimento del corpo, perché gli esseri viventi servono biologicamente come mezzi per il mantenimento dell’esistenza del DNA. Se questo è vero, l’invecchiamento non è un una caratteristica della vita, ma il risultato di programmazione genetica”.

Vuoi saperne di più? Ecco un articolo sul “perché dobbiamo invecchiare”.

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