Vuoi vivere come un centenario? Ecco come si fa
Vivere come un centenario è possibile? Come mai in alcuni territori del mondo si concentrino tassi altissimi di persone che campano oltre cento anni? Certamente i fattori genetici giocano un ruolo fondamentale, ma anche lo stile di vita sembrerebbe contribuire alla longevità. E si noti bene: per “longevità” non intendiamo solo il fatto di festeggiare più compleanni, ma anche quello di invecchiare in salute sia fisica, che mentale.
Gli studiosi Michel Poulain, Anne Herm e Gianni Pes, e in seguito anche Dan Buettner, hanno identificato cinque “zone blu” in in tutto il mondo, in cui la popolazione sembra essere molto più longeva rispetto alla media. Si tratta della provincia di Nuoro, in Sardegna (e in particolare nella regione semi-montana di Ogliastra); dell’Isola di Okinawa, in Giappone; la penisola di Nicoya, in Costa Rica; l’isola di Icaria, in Grecia; e la città di Loma Linda, in California.
“per “longevità” non intendiamo solo il fatto di festeggiare più compleanni, ma anche quello di invecchiare in salute sia fisica, che mentale”
Ecco allora cosa accomuna gli abitanti di queste zone:
MUOVERSI, MUOVERSI, MUOVERSI!
A quanto pare, i centenari non corrono super-maratone o non passano quattordici ore al giorno in palestra, ma si muovono più o meno costantemente tutto il giorno svolgendo attività faticose, ma non spossanti.
Magari fanno trekking, curano un giardino o lavorano i campi. Nelle blue-zone sembrano cioè essere presenti condizioni geo-morfologiche o sociali che semplicemente spingono a essere sempre attivi.
Per questo, un po’ di attività fisica dolce tutto il giorno è quello che tiene il corpo in forma e ci fa vivere più a lungo
PRATICARE LA MEDITAZIONE
Non dobbiamo immaginare le “blue zone” come paradisi incontaminati nei quali tutti sono felici tutto il giorno e non hanno alcun tipo di preoccupazione. Come tutte le persone normali, anche gli abitanti di questi luoghi hanno i loro mal di testa – e anche un po’ di stress.
La differenza con la gente “normale” è che, per un motivo o per un altro, gli abitanti delle blue zone si prendono durante il giorno qualche minuto per rilassarsi e pensare al trascendente. Gli abitanti di Okinawa prendono tempo tutti i giorni per rilfettere sui propri antenati, quelli di Nicoya fanno la siesta, quelli della città di Loma Linda pregano (la religione dominante è quella degli “Avventisti del Settimo Giorno”).
Per chi non abita nelle blue zone, la meditazione è un ottimo sistema per ridurre lo stress e può essere praticata da tutti, anche nelle zone più stressanti del mondo.
Ecco qui una piccola guida per imparare a meditare: https://www.efficacemente.com/mente/come-meditare/
Ci sono anche app e noi di Giovanama consigliamo “Medito“, che è sviluppata da un’associazione benefica, è molto ben curata ed è gratuita (salvo non vogliate fare una piccola donazione).
BERE UN PO’ DI VINO (ROSSO) TUTTI I GIORNI
Sembrerebbe che ci sia una brutta notizia per gli astemi, ma alcuni studi confermerebbero che bere uno o due bicchieri di vino rosso al giorno sarebbe un’abitudine correlata a una vita più lunga rispetto agli astemi. Le ricerche sulle blue zone avrebbero rilevato anche qui questo tipo di abitudine.
Eppure – le cose non sono così chiare. Studi più recenti sembrerebbero mettere in discussione quest’ipotesi, per cui bisogna fare attenzione. E’ possibile, per esempio, che il bicchiere o due sia consumato in compagnia, e che per questo rappresenti un’occasione sociale. In questo senso, il beneficio sarebbe quello di avere degli amici – non (solo) quello di bere vino rosso!
NIENTE TABACCO
Su questo punto è ormai superfluo investire troppe parole, ma la questione è chiara: nelle blue zone si fuma pochissimo o nulla!
LIMITARE IL CONSUMO DI CARNE E MANGIARE LEGUMI
Nelle blue zone si mangia poca carne (al massimo due volte a settimana). La diete include molti legumi e alimenti a base vegetale. Inoltre, sembrerebbe che il pesce sia un “must” – e non deve essere necessariamente pesce nobile, tipo ricciole o cernie: bastano pesci “poveri” come sgombri, acciughe o sardine.
Inoltre, pane, cereali e pasta sono meglio integrali; e lo zucchero è off-limits. Infine, meglio alimenti semplici rispetto a quelli elaborati.
Semrba ci siano anche benefici collegati al consumo di frutta secca e olio extravergine d’oliva.
NON ABBOFFARSI – E MAGARI NON MANGIARE TUTTO IL GIORNO
L’idea è quella di alzarsi da tavola senza essere completamente sazi, seguendo la “regola dell’80%”, cioè di mangiare fino a una percentuale di sazietà come questa.
Inoltre, le popolazioni centenarie sembrerebbero “dare una pausa” al proprio stomaco, concentrando i pasti nell’arco di dodici ore tutti i giorni. In questo modo, nell’altra metà del giorno il corpo ha tempo per rigenerarsi.
In questo senso, non è necessario seguire quegli strani algoritmi del “digiuno intermittente” (i cui benefici sono tutt’altro che assodati), ma seguire una regola in base alla quale se si è finito di cenare alle 9 di sera, bisognerebbe fare colazione dopo le 9 del mattino.
Un’alimentazione di questo tipo non solo migliorerebbe il benessere cardiovascolare, ma ridurrebbe anche il rischio di tumore e altre malattie degenerative.
COLTIVARE AMICI E FAMIGLIA
Sentirsi parte di un “gruppo”, curarsi degli amici, mettere la famiglia al primo posto e magari avere un partner fisso sono tutti aspetti che caratterizzano le vite dei centenari.
Non dobbiamo tornare al modello della “famiglia patriarcale”, anche perché certi tempi sembrerebbero essere superati, ma rimane l’idea che coltivare le amicizie faccia bene. Secondo alcune ricerche, i benefici dell’amicizia sono:
- Migliorare il nostro senso di appartenenza
- Aumentare la felicità e ridurre lo stress
- Migliorare la confidenza in se stessi
- Aiutare a superare traumi e difficoltà
- Evitare stili di vita poco sani
Per questo – come se fosse necessaria un’altra conferma – nulla nella vita sembra essere più importante dell’amicizia!
DARE UN SENSO ALLA PROPRIA VITA
E’ chiaro che questo può sembrare uno dei consigli più “eterei” della lista – anche perché “bere vino rosso in compagnia” sembrerebbe qualcosa di più facile da attuare. Eppure, per alcune comunità il “senso” della propria missione sulla terra ha un significato preciso.
Gli abitanti di Okinawa lo chiamano “Ikigai”, e quelli della penisola di Nicoya “pal de vida”: nel senso comune è un po’ come dire “perché mi sveglio la mattina”, e significa svolgere un lavoro che ci appassiona e che magari ci tiene occupati tutta la vita. Il tutto è confermato da studi scientifici: chi vive un’esistenza con un “senso”, vive più a lungo.
Ma niente paura, non si deve trattare necessariamente di fare qualcosa di artistico o complesso: si tratta di aiutare gli altri, o curare i campi, o sentirsi parte di una comunità nella quale la gente ci ritiene utili. Il cervello rimane attivo e non si fa prendere da troppe ansie sul passato o sul futuro.
Un’associazione ha sviluppato anche un “test” per capire quanto e come è sviluppato il vostro senso esistenziale e che cosa si può fare per afferrarlo.